Influenza intestinale nei bambini: cosa mangiare, sintomi e durata

Influenza intestinale bambini

Nel caso in cui l’influenza intestinale colpisca i bambini bisogna prestare attenzione, soprattutto alla prevenzione, all’alimentazione e alla cura dei sintomi, per evitare il protrarsi del disturbo. E’ per questo che vi daremo subito delle preziose informazioni.

La durata, infatti, deve rientrare in quella standard fissata in genere per questo tipo di malattia al fine di evitare conseguenze più gravi. Sarà bene dunque monitorare lo svilupparsi dei disturbi e tenerli sempre sotto controllo, non solo affidandosi ad un pediatra per la prescrizione dei medicinali, ma anche attraverso un regime alimentare che aiuti il bambino a non peggiorare ulteriormente le sue condizioni: cosa mangiare durante il periodo dell’influenza intestinale, infatti, è una delle principali cose da sapere se si vuole evitare di allungare i tempi di durata della malattia nel bambino.

I bambini e l’influenza intestinale: quanto dura e come riconoscerne i sintomi

L’influenza intestinale è un’infiammazione che colpisce stomaco e intestino tenue a causa dell’attacco di alcuni virus, ed è generalmente causata da sintomi che sono noti più o meno a tutti e che nei bambini si presentano con le stesse manifestazioni frequenti anche negli adulti: conati di vomito e diarrea, crampi e bruciori intestinali accompagnati spesso anche da febbre.

Dopo che il virus ha attaccato stomaco e intestino, resta in incubazione per uno o due giorni circa prima di manifestarsi completamente e la durata del periodo influenzale può variare da uno a dieci giorni, a seconda dei casi. Bisogna tener presente che mentre negli adulti questo tipo di disturbo, oltre a dolori e fastidio, non provoca particolari conseguenze e può essere facilmente debellato, nei bambini piccoli e nei neonati la sindrome influenzale deve essere tenuta sotto controllo sempre, perché hanno più bisogno di rimanere costantemente idratati, bilanciando la grande perdita di fluidi a cui sono per forza sottoposti. Il loro corpo, infatti, non ha abbastanza liquidi per mantenere autonomamente il giusto equilibrio di sali minerali nell’organismo.

Nei casi di bambini molto piccoli l’attenzione deve rimanere sempre alta e bisogna mantenere costante il controllo, soprattutto quando si raggiunge un peggioramento dei classici sintomi, con diarrea o vomito sanguinolenti e particolare disidratazione e secchezza di pelle ed occhi. Bisogna guardare anche alla durata dei sintomi: se, infatti, il bambino ha meno di due anni e ha la febbre per più di un giorno, o se ha più di due anni ed è febbricitante per più di tre giorni; in questi casi è consigliato rivolgersi all’aiuto di uno specialista.

Cosa possono mangiare i più piccoli durante l’influenza intestinale

Come abbiamo visto il vero rischio che riguarda i bambini quando insorgono i sintomi dell’influenza intestinale, è la generale disidratazione. Nonostante possa essere difficile, soprattutto all’inizio, cercare di reidratare il bambino con l’integrazione di sali minerali, a causa dei frequenti conati di vomito che può manifestare, è importante controbilanciare l’ingente perdita dei liquidi. L’uso di acqua e/o succhi di frutta è sconsigliato in questo caso, meglio le soluzioni reidratanti orali reperibili facilmente nelle farmacie; a queste si può aggiungere anche l’uso di fermenti lattici, efficaci nell’aiutare il ripristino della flora batterica.

Nel caso l’influenza intestinale colpisca un neonato è bene lasciarlo tranquillo per i primi 20 minuti circa dall’ultimo episodio di vomito e diarrea per poi tornare a idratarlo con piccoli sorsi di liquido. Tenendo conto che in età pediatrica è generalmente sconsigliata l’assunzione di farmaci per vomito o diarrea da parte del bambino, bisogna prestare attenzione soprattutto a cosa dar da mangiare nel periodo in cui si manifesta la sintomatologia. Innanzitutto sarebbe bene non forzarlo mai a mangiare nel probabile caso in cui non ne abbia voglia, soprattutto quando è ancora scosso da nausea e vomito.

Nel caso in cui, invece, sia la diarrea a persistere, andrebbero evitati i digiuni e i cibi liquidi; da preferire, invece, i cibi solidi da subito, che portano ad un recupero del peso senza peggiorare il decorso della diarrea stessa. Bisogna reintrodurre gradualmente nell’organismo cibi facili da digerire, come riso in bianco, pane tostato, patate e banane; l’importante è che l’alimentazione sia povera di zuccheri semplici e grassi, che portano generalmente ad una maggiore durata dei sintomi.

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