Mononucleosi infettiva: contagio, sintomi, cura e guarigione

Mononucleosi infettiva

La mononucleosi, detta anche malattia del bacio, è una malattia infettiva. Ciò significa che è molto contagiosa e può essere trasmessa agli altri attraverso la saliva. E’ provocata dal virus EBV (Epstein-Barr) e il decorso è in genere di 4-6 settimane. Colpisce i soggetti giovani e adulti. La malattia è stata riconosciuta e classificata nel 1920, anche se già nel 1800 era stata individuata come una sindrome clinica che provocava faringite, febbre e ingrossamento dei linfonodi.

Inizialmente la mononucleosi si manifesta con tonsillite, mal di gola, febbre alta o febbre persistente e gonfiore ai linfonodi. Questa malattia provoca un’infezione sistemica, ovvero generalizzata che va a colpire il sangue, la milza e il fegato.

Mononucleosi infettiva: contagio e sintomi

Il contagio della mononucleosi avviene tramite la saliva, questa è la ragione per cui è soprannominata la malattia del bacio. Si tratta quindi di una malattia ad alto tasso di contagiosità.  Bisogna quindi prestare attenzione quando si entra in relazione con la persona infetta.

sintomi della mononucleosi sono oltre alla tonsillite, febbre alta, linfonodi ingrossati, mal di gola, e uno stato eccessivo di stanchezza del paziente. Quest’ultima è uno dei sintomi che persiste anche mesi dopo il contagio, che può accompagnarsi anche a infezioni ricorrenti. Il virus di Epstein-Barr provoca inoltre altri problemi abbastanza seri. Innanzitutto la milza si ingrossa, comportando il rischio di emorragie interne. Anche il fegato si gonfia con un conseguente aumento della transaminasi. Nel sangue si moltiplicano i monociti, cellule da cui deriva il nome dell’infezione. Il virus infatti tende ad attaccare i globuli bianchi e quindi il sistema immunitario.

Nei bambini piccoli l’infezione presenta fastidi lievi e simili a quelli di un raffreddamento, con un recupero abbastanza rapido. Nel caso degli adolescenti si potrebbe protrarre per diverse settimane. Se a contrarre la mononucleosi sono le donne in gravidanza non vi sono fortunatamente problemi per il bambino. Sarà la mamma ovviamente a risentirne.

Dopo aver riscontrato i sintomi la malattia può essere diagnostica tramite dei test specifici. Tuttavia il test risulta positivo solamente dopo una decina di giorni dal manifestarsi dei sintomi.

Come curarsi e guarire dalla mononucleosi

Non esiste una vera e propria cura per la mononucleosi. Non è prevista infatti alcuna terapia a base di antibiotici, in quanto si tratta di un’infezione virale. Dopo la diagnosi tuttavia occorre seguire alcuni accorgimenti. Innanzitutto è fondamentale il riposo a letto, evitando sbalzi di temperatura che potrebbero peggiorare i disturbi alla faringe. Sospendere qualsiasi attività sportiva, per possibili danni alla milza e al fegato legati all’indebolimento del fisico. Bere molti liquidi per prevenire la disidratazione.

Importante per ottenere una rapida guarigione è un’alimentazione leggera, priva di grassi, fritti e alcolici, per non sovraccaricare il fegato. E’ bene consumare carboidrati come le patate, il riso, la pasta e i cereali  e naturalmente frutta e verdura, utili per rafforzare il sistema immunitario.

Per contrastare la febbre, la cefale, il mal di gola, i linfonodi doloranti e altri tipi di disturbi si possono assumere analgesici e antidolorifici come l’ibuprofene e il paracetamolo, solamente dopo aver consultato il medico. Tuttavia i farmaci vanno assunti con molta cautela e se proprio non se ne può fare a meno.  Sempre dietro consiglio dello specialista si possono prendere farmaci corticosteroidi, in presenza di gravi  faringiti con problemi respiratori.

In linea generale durante la convalescenza è importante stare a riposo, non sottoporsi a sforzi di nessun genere e avere molta pazienza. La sensazione di stanchezza potrebbe potrarsi per mesi.

In alcuni casi rari si può manifestare a causa della mononucleosi la sindrome di Guillain-Barré, una malattina che provoca danni al sistema nervoso e curabile con le immunoglobuline.

Dopo la guarigione il virus della mononucleosi resta latente nell’organismo del paziente, e ci vorrà almeno un anno per eliminarlo dalla saliva. Dopo questo lasso di tempo il virus non viene espulso dal corpo, ma resta confinato nei linfociti B. Può quindi accadere che, a seguito di stress provocati da trattamenti medici farmacologici, le difese immunitarie si abbassino facendo riattivare nuovamente il virus. Ciò farebbe innescare una seconda infezione.

Per ottenere una corretta guarigione è importante dunque attenersi alle indicazioni del medico senza fare sforzi ed eccessi. Non essendoci farmaci specifici per la mononucleosi non resta che stare a riposo e avere pazienza. Se in famiglia qualcuno ha contratto la malattia occorre evitare la promiscuità di stoviglie, asciugamani e mantenere pulito l’ambiente in cui si vive.

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