Perdonare un tradimento confessato: come fare per la psicologia, quando si può ed è giusto

Perdonare tradimento

Quando il partner confessa a denti stretti un tradimento, come riuscire a perdonare? Ma soprattutto: si può ed è giusto perdonare chi ha tradito? I principi della psicologia possono venirci in soccorso? Se sì, come? E fino a che punto? Quella di essere traditi dal proprio amato è una delle minacce più temute da chi sia parte di una coppia.

Questo perché a risentire di un fatto del genere è, prima di tutto, la fiducia reciproca costruita nel tempo, elemento imprescindibile per fondare un rapporto di coppia sano ed equilibrato. Quando la verità salta fuori e, in particolare, quando viene confessato un tradimento, la prima sensazione è quella di sentir cedere il terreno sotto i propri piedi. Quello che era considerato un punto fermo, un caposaldo della nostra esistenza, tutto a un tratto è messo in discussione. Niente può più essere dato del tutto per scontato.

Qualcuno sarà portato addirittura a colpevolizzarsi, a chiedersi se non sia dovuta ad un proprio limite questa ricerca di altro, di qualcosa di nuovo, di illecito, da parte del proprio partner, cedendo così allo sconforto. Qualcuno cadrà preda della rabbia, rendendo la propria casa teatro di tremende scenate di gelosia, seminando distruzione terrore con le proprie urla iraconde. Non esiste certo un manuale d’istruzione in questi casi, e anche se ne venisse scritto uno, l’emotività è quasi sempre destinata a prendere comunque il sopravvento. Il che non stupisce affatto.

Si può perdonare un tradimento del partner confessato?

Ciò su cui però può valere la pena interrogarsi è quale sia in modo migliore per affrontare in lucidità la situazione che succede il primo momento di consapevolezza. Se, infatti, il momento della scoperta del tradimento del proprio partner può e deve essere vissuto dando sfogo alla propria emotività, successivamente, una volta preso atto della situazione, dobbiamo arrogarci il diritto di scegliere. Scegliere cosa fare del proprio rapporto, scegliere quanto e come risentire dell’accaduto, scegliere se perdonare o meno.

Come anticipato, nei primi periodi dopo il tradimento è bene prendersi del tempo per dare libero sfogo alla propria emotività, sono gli stessi psicologi a consigliarlo. L’abitudine di reprimere le proprie emozioni non porta a nulla di buono, anzi. Si corre il rischio di portarsi dentro per anni frustrazioni, paure, incertezze che a lungo andare finiscono per influenzare non poco la nostra stessa personalità. Perciò, solo una volta passato un po’ di tempo, ci è richiesto di rielaborare quanto accaduto. Il tentare di non pensarci non è infatti un buon approccio per superare situazione.

Molti psicologi, evidenziano come da un processo di rielaborazione del tradimento, possano essere individuate le cause che lo hanno determinato che non sempre consistono nel calo di sentimento da parte del traditore rispetto al proprio partner. È anzi piuttosto comune che sia un compagno ancora innamorato a tradire e a confessare il proprio atto per fare ammenda ed essere perdonato. Quando il tradimento è frutto di qualche disfunzione nella coppia che non si riesce a risolvere, non deve spaventarci l’idea di perdonare. Per questo motivo è fondamentale capirne la genesi.

Come perdonare l’infedeltà coniugale secondo gli psicologi

Ci sono dei casi ormai consolidati che conducono a tradimenti che rientrano nella categoria appena descritta: tradimenti determinati da un momento di debolezza. Dovuti quindi alle lacune di cui soffre il rapporto che non si riescono a superare. Una fase critica in tal senso è ad esempio il caso dell’arco di tempo dei primi tre anni di vita del primogenito. Questo perché le abitudini sessuali di coppia subiscono un profondo cambiamento. La vita va riorganizzata in tutti i i suoi aspetti, e spesso, il benessere di coppia smette di essere una priorità. O ancora, nel caso di assenza di comunicazione di qualità nell’ambito della coppia. Quando i ritmi quotidiani ci sfiniscono e i momenti di pausa nelle rispettive giornate non coincidono, non si riesce a condividere con il proprio partner e nasce un distacco fatto di silenzi e di sguardi bassi.

In tutti questi casi, vale la pena tentare di perdonare il proprio partner. La sua confessione è indice della sua volontà di salvare il rapporto, e la sua azione, per quanto riprovevole, può, in fondo, essere compresa – per quanto ammetterlo sia dura –. Tuttavia è importantissimo il non confondere il perdono con la sopportazione. Perdonare, ci dice la psicologia, significa accettare la debolezza dimostrata dal partner, nella consapevolezza di ciò che è successo. Assolutamente incompatibile con il perdono è la tendenza a rinfacciare quanto successo alla prima occasione.

Altro atteggiamento psicologico da evitare è la tendenza a non sentirsi più in colpa nei confronti del proprio partner quando si commette un errore. Qualsiasi piccola noncuranza da parte nostra, tenderà ad apparire priva di significato rispetto al tradimento che abbiamo subito. In virtù di ciò, in molti che credono di aver perdonato, finisco per cambiare del tutto atteggiamento nei confronti del proprio partner, lasciato disarmato e confuso a fare i conti con il nuovo ordine delle cose.

Il tradimento non è necessariamente ciò che mette la parola fine al rapporto. Se si sceglie di salvare il rapporto però, il perdono, il vero perdono è assolutamente indispensabile.

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