Shock anafilattico, sintomi premonitori e terapia: cosa fare, tempi del trattamento e cause

Shock anafilattico

Quali sono i campanelli d’allarme che segnalano il pericolo di shock anafilattico? Scopriamo da quali sintomi esso è preceduto, quali le cause che lo determinano e quale terapia va intrapresa per guarire al meglio con relativi tempi del trattamento. Innanzitutto, di cosa si tratta esattamente? Viene definita shock anafilattico una reazione allergica di grave intensità, determinata dal contatto tra l’individuo e la sostanza che scatena tale reazione, detta allergene. Quando si ha a che fare con il rischio di shock anafilattico, è importante essere consapevoli di ciò con cui si ha a che fare.

I sintomi dello shock anafilattico

Gli effetti dello shock anafilattico infatti, variano di soggetto in soggetto, asseconda del grado di sensibilità dell’individuo nei confronti dell’allergene. Se, dunque si può avere una manifestazione lieve dello shock – che si limiti a coinvolgere cute e apparato respiratorio – è altrettanto possibile che si presentino reazioni più gravi ed allarmanti, quali la perdita di coscienza, l’arresto respiratorio, la cianosi – accumulo di anidride carbonica nel sangue – l’ipossia dei tessuti o celebrale; nei casi più disperati lo shock è tale da portare alla morte del soggetto.

È dunque evidente quanto importante possa essere diagnosticare prontamente lo shock anafilattico ed intervenire il più in fretta possibile per scongiurare i numerosi rischi che esso porta con sé. I primi sintomi dello shock possono manifestarsi fin dai primi istanti di esposizione all’allergene, ma anche dopo un tempo di esposizione più prolungato. È altrettanto possibile che le reazioni allo shock siano due. Una nel momento della prima esposizione, l’altra dopo un lasso di tempo tra le 48 ore e le 72 ore. Normalmente occorre prestare attenzione a sintomi quali reazioni cutanee, difficoltà respiratorie, contrazioni delle vie aeree, battito cardiaco accelerato, nausea, giramenti di testa, svenimenti, prime manifestazioni più comuni dello shock.

Cause dello shock anafilattico e fattori che scatenano l’allergia

Per cercare di capire al meglio il fenomeno dell’anafilassi, occorre soffermarsi qualche minuto su quelli che sono i suoi fattori scatenanti. Cosa avviene all’interno del nostro organismo quando si va in shock anafilattico? Sostanzialmente è tutta una questione di anticorpi: proteine facenti parte del sistema immunitario, utili per combattere minacce esterne quali batteri o virus. Quando la produzione di anticorpi avviene per le ragioni sbagliate e in sovrabbondanza, si rischia di andare in shock.

In altre parole: quando l’organismo entra in contatto un allergene – ad esempio le arachidi – quell’allergene viene riconosciuto dal nostro sistema immunitario – erroneamente – come un grave pericolo e in risposta a questo pericolo vengono prodotti moltissimi anticorpi che finiscono per danneggiare il nostro stesso organismo. La reazione cagionata in un soggetto da uno stesso allergene può essere lieve una prima volta, ma questo non è indicativo di nulla: una seconda esposizione potrebbe infatti mandare comunque il soggetto in shock.

Con riferimento ai fattori che più spesso scatenano le reazioni allergiche, vanno individuati dei macro-gruppi: farmaci – si pensi alla penicillina –, alimenti – frutta secca, crostacei, pesce, latte, uova – puntura d’ape, calabrone e puntura di vespa. Altri potenziali allergeni, anche se solo in cari casi, possono essere: il lattice, le componenti dei farmaci utilizzati per fare l’anestesia, l’esercizio fisico.

Pericolo di shock anafilattico: cosa fare e cosa evitare

Cosa fare nel caso in cui ci si trovi con qualcuno che viene colpito da uno shock anafilattico? Si è già accennato che soltanto un medico può intervenire per risolvere il problema – normalmente basta una iniezione di adrenalina per ovviare i rischi più gravi dello shock – tuttavia, conoscendo le operazioni di primo soccorso, possiamo e dobbiamo porre in essere un primo intervento. Dunque, nel caso di rischio di shock, una prima operazione da compiere è quella di far assumere a soggetto a rischio la posizione anti-shock – supino, con le gambe sollevate di trenta centimetri –. L’ideale sarebbe mantenere la testa in una posizione più bassa di ginocchia e bacino.

Questa posizione, detta Trendelenburg favorisce il flusso sanguigno verso gli organi vitali (cuore e cervello) sfruttando la forza di gravità. Un buon consiglio può essere poi quello di rincuorare chi è colpito dallo shock e cercare di aiutarlo a mantenere la calma; nel caso di difficoltà a respirare è importante non compromettere la Trendelenburg ponendo cuscini sotto la testa del soggetto e non somministrare liquidi o alimenti al soggetto che potrebbero peggiorare notevolmente la situazione. Nel caso di shock dovuto a punture di insetto, sembra che la massima priorità sia estrarre celermente il veleno dal corpo del paziente. Questo perché maggiore è il tempo che passa tra la puntura e l’estrazione, maggiori saranno le quantità di veleno rilasciate.

Come curare lo shock anafilattico: tempi di trattamento

Per quanto riguarda i tempi necessari per il trattamento della patologia non è semplice ipotizzare un tempo di guarigione in via generica. Le tempistiche sono infatti correlate all’aggressività dello shock e alla reazione dell’organismo del singolo soggetto colpito. Nei casi più comuni, a seguito dell’iniezione di adrenalina il soggetto viene tenuto in osservazione in ospedale per un periodo dalle sei alle dodici ore. In altri casi i medici scelgono invece di optare per un trattamento di lungo periodo. In questo caso il soggetto potrebbe dover essere sottoposto nel tempo ad una serie di iniezioni antiallergiche per prevenire ulteriori reazioni.

La patologia del sistema immunitario di cui sono affetti i soggetti a rischio shock, nella stragrande maggioranza dei casi non può, ancora oggi, essere risolta in maniera definitiva. Per questa ragione fare prevenzione in questi casi è letteralmente di vitale importanza. Non è raro che chi è consapevole di poter subire uno shock porti con sé l’occorrente per ricevere un’ iniezione di adrenalina in caso di emergenza. Informarsi sulla procedura richiede pochi minuti di attenzione di fronte al computer, dopo di che sarete in grado di somministrare il farmaco, in caso di emergenza.

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