
Un disturbo particolarmente complesso e problematico è l’epilessia parziale. Il termine deriva dal greco epilambanein che significa essere “colti di sorpresa”. Questa malattia ha origine nel cervello. Nei soggetti affetti da epilessia alcuni gruppi di neuroni sono più eccitabili del normale, come se avvenisse una scarica elettrica.
Indice
Epilessia parziale complessa e semplice
Sintomi dell’epilessia criptogenetica
Il termine criptos deriva dal greco e significa “nascosto”. L’epilessia criptogenetica è detta così perché non si conosce l’origine, ma si presume derivi da alcune alterazioni strutturali del cervello. I sintomi sono una grave alterazione neurologica la presenza di varie crisi. In genere si manifesta nei primi anni dell’infanzia.
Una grave forma di epilessia criptogenetica è la sindrome Lennox Gastaut. Si presenta tra 1 e 8 anni e comprende numerosi tipi di crisi: rilassamento improvviso dei muscoli, con possibile caduta del soggetto da una sedia ad esempio. E’ solitamente presente un ritardo mentale abbastanza grave con un quadro clinico alterato.
Epilessia idiopatica: i sintomi
L’epilessia idiopatica riguarda un gruppo di disturbi epilettici a base genetica, che persistono di solito per l’intero arco della vita. Si manifesta anch’essa tra l’infanzia e l’adolescenza e può essere diagnosticata in età matura. I sintomi sono scariche anomale che iniziano negli emisferi cerebrali.
Esistono diversi tipi di epilessia idiopatica. L’epilessia rolandica benigna, detta anche epilessia parziale benigna, è una tipologia idiopatica caratterizzata da crisi parziali che interessano il viso con perdita di saliva e incapacità di comunicare. Spesso le crisi si manifestano di notte e sono curabili almeno nel 95% dei casi, con delle valide terapie.
Un’altra forma di epilessia idiopatica è la picnolessia o piccolo male o epilessia con crisi di assenza tipiche. Si caratterizza per l’assenza di crisi convulsive. Si manifestano perdite temporanee di coscienza e piccole contrazioni dei muscoli del viso. Anche questa forma può essere trattata con i farmaci e almeno nel 40% dei casi si guarisce prima del raggiungimento dell’età adulta. In genere i soggetti ammalati di epilessia hanno un’aspettativa di vita lievemente inferiore rispetto al resto delle persone non affette da questo disturbo. L’evoluzione della malattia dipende dalla tipologia di cui si è affetti. Le sindromi benigne idiopatiche dell’infanzia guariscono in maniera spontanea con la crescita. Sono invece più gravi quelle che insorgono in età neonatale sono da ricondurre a un danno cerebrale da parto o da malformazioni. Si tratta appunto delle sindromi di tipo criptogenetico che sono praticamente incurabili. Le crisi epilettiche sono solitamente il sintomo di un problema cerebrale più profondo, specialmente nelle forme non benigne. Inoltre va ricordato che non sempre una crisi epilettica sta a indicare che una persona sia epilettica.
Oltre alle terapie farmacologiche ve ne sono alcune alternative. Solitamente la terapia a base di farmaci viene iniziata con un solo farmaco, di cui vengono progressivamente aumentate le dosi. In genere però le cure sono abbastanza complesse. Se si ha quindi il sospetto che il proprio figlio o parente possa essere affetto da epilessia, cogliendone i sintomi, è opportuno rivolgersi al medico specialista. Una volta effettuata la diagnosi si potrà stabilire l’entità del disturbo e la tipologia. Un intervento tempestivo, soprattutto nelle manifestazioni benigne, potrà aiutare il soggetto malato a risolvere presto il problema. Nei casi più complicati si spera invece nei progressi della scienza che possano fare luce su una malattia che ancora, per certi versi, resta ancora misteriosa.
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